Vedi, tocca, senti. Il racconto di una giornata al Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore
Puoi vedere, puoi toccare, puoi sentire. Visitare il Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore è un’esperienza in grado di catturare cuore, intelletto e anima perché è qui che si riscoprono gli antichi racconti dei minatori, i loro sogni e le loro speranze, si può ancora toccare con mano il minerale scavato con fatica oltre un secolo fa e immergersi nella ricostruzione perfetta di un’antica galleria sotterranea. L’elemento che ha reso unica la nostra visita è stata la guida, un pozzo di sapere e in grado di andare oltre, pingendoci con l’immaginazione oltre la spiegazione didascalica fin dentro alle osterie frequentate dai minatori sul finire della giornata. Ma andiamo con ordine.
IL PARCO MUSEO MINERARIO
Il Museo Minerario di Abbadia San Salvatore fa parte del Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata e con i suoi percorsi esterni e interni rappresenta un viaggio in uno dei siti minerari dove veniva estratto il Mercurio più importanti d’Europa. Oggi gestito dal Consorzio Terre di Toscana il Parco Museo nasce dalla voglia di approfondire e far conoscere, una delle vicende legate allo sviluppo e all’evoluzione delle miniere di mercurio nella zona del monte Amiata.
ASCOLTARE LE PAROLE DI CHI HA VISSUTO LA “MINIERA” SULLA PROPRIA PELLE
La visita parte dal museo, un vero e proprio percorso multimediale aperto nel 2016, progettato da Studio Azzurro, un gruppo di artisti italiani noto a livello internazionale per la realizzazione di videoambienti, ambienti sensibili e interattivi. Questo allestimento, organizzato nei suggestivi spazi dell’EX Officina Meccanica, rappresenta un luogo delle emozioni e delle suggestioni che volutamente prosegue il museo documentario della Torre dell’Orologio. Il percorso inizia con un “prologo” che presenta un glossario di parole e frasi evocative che formeranno un indice dei nodi narrativi e concettuali trattati. Si procede fino ad arrivare un ampio spazio che si articola lungo i binari che conducono all’ingresso della Galleria Livello VII. Aprendo gli armadietti in ferro è possibile invece ripercorrere, attraverso audio, video e oggetti originali (dagli indumenti agli strumenti di lavoro, ai portafortuna ecc.), le vicende personali di alcuni minatori legati ai temi della fatica, del pericolo, del disagio ma anche della solidarietà e della lotta per i diritti.
DENTRO LA MINIERA CON UN TRENINO ORIGINALE
Se pensavate di potervi abituare al buio, bè significa che non avete mai provato il buio di una miniera senza luce (ma su questo ci torneremo più tardi). Il trenino parte e fa diverse tappe, le guide che conducono i turisti sottoterra sono bravissime, conoscono bene la storia dei minatori e la sanno racontare con un linguaggio in grado di catturare l’attenzione anche dei più piccoli. In questa galleria, la famosa galleria VII, gli aneddoti e le storie di vita passata tornano ad essere presenti e attuali. L’atmosfera è quasi surreale e raggiunge il suo picco quando la nostra guida ha deciso di chiudere le luci e farci respirare in silenzio l’emozione, terribile e unica che tanti minatori hanno vissuto, quella cioè di rimanere intrappolati sottoterra al buio.
I PERCORSI ESTERNI FINO ALL’IMPONENTE POZZO GARIBALDI
All’ingresso del museo è stato costruito un piccolo pozzo, una riproduzione in miniatura di quello che è il Pozzo Garibaldi, lontano dal museo qualche centinaio di metri e raggiungibile a piedi. Il pozzo all’ingresso è comunque molto utile per capire il funzionamento degli “ascensori” che scendono e riportavano in alto sia cinabro che i minatori. La zona dove si trova il Pozzo Garibaldi è caratterizzata dalla presenza imponente del Pozzo Garibaldi, l’ultimo che si apriva all’esterno, iniziato nel 1938 e all’epoca chiamato Pozzo Impero. Altri esterni erano il Pozzo Italia e il Pozzo Mafalda; mentre gli interni erano il Mili, il San Callisto, il Pozzo Nuovo e il Pozzo Ausiliario, tutti adibiti in tempi diversi alla circolazione dei vagoni e del personale. Da questi venivano calate le “gabbie” con cui i minatori scendevano nelle gallerie scavate orizzontalmente ad intervalli regolai di 25 metri.
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