Si apre a Roma il 16 febbraio fino al 21 maggio, poi la mostra arriverà ad Arcidosso
Oltre un secolo di storia perfettamente conservata fino ad oggi all’interno di una grande cassa nel magazzino del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma. Da questa importante scoperta (fatta da Simone Cristicchi) è nata quella che a partire dal 16 febbraio, presso il museo romano, sarà la mostra dal titolo “David lazzaretti, il Messia dell’Amiata. Cimeli lazzarettisti”. Sarà inaugurata a partire dalle ore 16.30 in sala Dossier, la mostra curata da Leandro Ventura, direttore del Museo, e dall’antropologa Marisa Iori, con la collaborazione del professor Francesco Pitocco (Università di Roma), dell Mibact e del comune di Arcidosso.
All’inaugurazione del 16 febbraio parteciperà anche il sindaco Jacopo Marini insieme a una delegazione del Comune amiatino: “Questo è un evento significativo per Arcidosso e l’Amiata – afferma Marini – perché i cimeli lazzarettisti non erano stati più esposti dal lontano 1911 al Museo etnografico italiano. Adesso, dopo più di un secolo, in seguito all’esposizione romana, il nostro Comune sarà ben felice di ospitare questa mostra nel nostro Castello Aldobrandesco all’interno del Museo dedicato a David Lazzaretti. Questa è un’operazione culturale che farà conoscere ancora di più la figura del predicatore e la sua esperienza mistica, religiosa e sociale. Ringrazio i funzionari del Museo e l’artista e amico Cristicchi a nome di tutta la comunità arcidossina.”
Questa importante iniziativa, sottolinea il primo cittadino, è nata grazie ad un importante contributo di Cristicchi che recatosi in visita al museo romano qualche tempo fa, chiese di vedere gli oggetti del Lazzaretti e li trovò conservati perfettamente nel magazzino, all’interno di una grande cassa con sopra la scritta “Toscana, monte Amiata, cimeli lazzarettisti”. La mostra espone tutto quello che Lazzaretti indossava in quel 18 agosto 1878, quando fu colpito a morte da una pallottola, mentre conduceva la processione pacifica dei suoi seguaci da Monte Labro verso Arcidosso. Ci saranno i suoi paramenti, il suo mantello azzurro foderato di rosso e perfino il cappello con le tre piume di struzzo sul quale ancora si può vedere il foro della pallottola sparata dal carabiniere Antonio Pellegrini; e poi gli stendardi, abiti e oggetti dei seguaci in processione. A questi, si aggiungono numerosi oggetti, ben cinquanta reperti, forniti dal Centro studi David Lazzaretti di Arcidosso che partecipa attivamente a questa iniziativa. Ad arricchire l’esposizione, su un’intera parete sarà proiettato un filmato inedito di Andrea Cocchi che con il drone ha ripreso i luoghi di Monte Labro e Arcidosso per contestualizzare gli oggetti in esposizione.
L’apertura della mostra coincide con la prima data romana dello spettacolo teatrale di Cristicchi su David Lazzaretti che andrà in scena la sera del 16 febbraio sul palco del Teatro Vittoria; e si chiude il 21 maggio sempre con questo spettacolo che, per l’occasione, si terrà proprio nella sala d’onore del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari.