Costruita negli ultimi anni del 1500, oggi la Posta Medicea situata lungo la via Francigena nel paese di Radicofani è una struttura privata, ma in oltre tre secoli di storia ha ospitato importanti celebrità
Charles Dickens nel suo “Pictures from Italy” del 1846 parla di una locanda spettrale fatta per i folletti. John Ruskin, quattro anni prima dello scrittore britannico, nel suo “The diaries” del 1840 cosi descrive: “..il grande albergo è d’aspetto malinconico, ma confortevolissimo. Sto scrivendo in una camera molto ben messa, dotata di un lussuoso tappeto e di un bel fuoco nel camino”. Oltre un secolo e mezzo prima dell’era dei social e delle recensioni web Dickens e Ruskin, ma lo stesso potremo dire di Catharine Taylor, William Boyd, Giovanni Antonio Pecci, Jouvin de Rochefort e moltissimi altri avevamo scritto una recensione su quello che oggi potremmo classificare il primo albergo d’Italia. Stiamo parlando della Posta Medicea, una grande costruzione cinquecentesca che si trova lungo la strada Francigena, sotto le mura di Radicofani e che, dagli ultimi anni del 1500 per oltre tre secoli ha ospitato personalità celebri in tutta Europa. A fine ottocento divenne dimora privata della famiglia Bologna, che che ne fece la “Fattoria” di una grande proprietà terriera che contava 54 poderi. Per secoli è stata chiamata “Osteria Grossa” e dava una risposta consona all’alta ospitalità. Oggi è una struttura privata ed è stata aperta al pubblico in occasione delle giornate del Fai, ormai qualche anno fa. Costruita per volere del Granduca Ferdinando I dei Medici nel 1584, ebbe come progettista l’architetto granducale Bernardo Buontalenti che la costruì inglobando un precedente Casino di Caccia del Granduca Francesco I. Fu edificata di fronte alla Dogana Senese quattrocentesca (poi ampliata e trasformata nella Caserma delle guardie medicee), allo sbocco della strada che dalla Porta di Mezzo del Borgo conduceva alla strada Romea.
LA STRUTTURA DI QUATTRO PIANI, OSPITAVA GRANDI SALONI, STANZE PER LA SERVITÙ E CAMERE PER GLI OSPITI
L’edificio è molto grande ed è formato in facciata da un duplice loggiato di sei arcate, l’uno sul piano stradale e l’altro al piano superiore. Si compone di quattro piani, al piano semi interrato le enormi cantine. Al piano terra le stalle per i cavalli, i saloni di ingresso, le cucine, le sale da pranzo, la Dogana cinquecentesca e le stanze delle guardie. Al piano primo, due grandi saloni, uno dei quali si affaccia sul loggiato, l’appartamento dei gestori dell’osteria, la Cappella Regia della S.S. Annunziata, le camere importanti. Al piano secondo due saloni, le stanze per la servitù e le camere per l’ospitalità più semplice. Venne usata come Stazione di Posta e cambio cavalli fino la fine del 1800.
CHI HA SOSTATO “ALL’OSTERIA GROSSA”
Nominata per secoli come “Osteria Grossa” e voluta per dare una risposta consona all’alta ospitalità, è stata dimora di moltissimi personaggi importanti tra i quali : i Papi Pio VI e Pio VII mentre andava a Parigi ad incoronare Napoleone, i Granduchi Ferdinando I, Cosimo II con tutta la sua corte nel 1612, Leopoldo II, Mozart in viaggio per Roma con il padre, lo scrittore Thomas Gray, l’imperatore Giuseppe II d’Austria, William Beckford, il gran maresciallo svedese Axel Von Fersen, Giacomo Casanova, Il marchese De Sade, Stendhal, François René de Chateaubriand, John Ruskin, Charles Dickens ed altri.
VICINO A QUESTO LUOGO SORGONO LA FONTANA MEDICEA E L’ANTICA DOGANA
Fatta costruire dal Granduca Ferdinando I dei Medici nel 1603 di fronte l’Osteria Grossa per i bisogni dei viandanti di fronte alla grandiosa Posta. Di gusto manieristico, sopra la fontana riporta un cartiglio che spiega il motivo della sua costruzione, sopra ancora le statue di due angeli in travertino che sorreggono un grande stemma mediceo. La fontana utilizzava l’acqua della vicina sorgente di Fonte Grande, portata appositamente con un condotto, nel retro della fontana due piccoli ambienti ad uso lavatoio per i servizi della Posta. Il palazzetto di fronte l’ Osteria Grossa, è stato sede dell’antica Dogana senese. I senesi nel 1443 fecero numerosi interventi sulla viabilità della Via Francigena o Romea. “Guastarono” il percorso vallivo, modificarono alcuni tratti del percorso di crinale. Nel centro abitato di Radicofani spostarono la strada da dentro il Borgo alla base della rupe, dove si trovano ancora oggi due sorgenti : Fonte Freddola o dei cappuccini e Fonte Grande, costruirono inoltre un fortino ( oggi dentro il Bosco Isabella) di controllo viario e non ultimo l’edificio della Dogana. Questo edificio fu trasformato nelle forme dai Medici al momento della costruzione della posta – “Osteria Grossa” e destinato a Caserma delle Guardie, spostando la Dogana all’interno del grande edificio della Posta (piano terra a destra del porticato). Presso la Dogana di Radicofani veniva pagata la Gabella per i traffici commerciali che avvenivano sulla principale “Strada Romea” (nord/sud) e sul percorso che proveniva dall’Umbria (est/ovest) detto “Strada Traversa”, che tramite il monte Cetona collegava Chiusi, Città della Pieve e Perugia con la Strada Romea.
COME RAGGIUNGERE IL LUOGO
L’articolo è stato scritto con il contributo di Fausto Cecconi, consigliere comunale con delega alla Cultura e al Turismo del comune di Radicofani e ambasciatore della Via Francigena Toscana.