È stato collocato in una sala di Palazzo Nerucci insieme ad altre opere realizzate dai Nasini, il dipinto “Madonna col Bambino tra i Santi Sebastiano e Rocco”. L’opera è attribuibile a Francesco Nasini
Un olio su tela risalente all’incirca alla metà del XVII secolo, attribuibile a Francesco Nasini (Piancastagnaio 1611 – Castel del Piano 1695) , da appena qualche giorno ha trovato una nuova casa, l’accogliente sala centrale di Palazzo Nerucci. L’opera, di impatto e perfettamente conservata, fino a poco fa si trovava nell’ufficio del sindaco di Castel del Piano. Una location sicuramente prestigiosa ma non accessibile a tutti, così l’associazione Imberciadori che gestisce Palazzo Nerucci in accordo con il sindaco di Castel del Piano, ha intrapreso il percorso che poi si è concluso con la collocazione dell’opera nel Palazzo definito “delle Culture”. Non a caso, insieme alla Madonna col Bambino tra i Santi Sebastiano e Rocco ci sono anche altre opere dei Nasini. “Indubbiamente questa opera ha trovato casa in un luogo che noi consideriamo casa della cultura e delle culture – ha raccontato Fiora Imberciadori, presidente dell’Associazione -. Questo piano di Palazzo Nerucci, proprio per come lo concepiamo e per l’uso che ne facciamo, rappresenta un luogo aperto ai visitatori e ai cittadini, uno spazio dove archeologia, pittura, letteratura e storia sono a disposizione dei visitatori”. In effetti, salendo al primo piano del Palazzo e varcando la porta d’ingresso è possibile scoprire, sala dopo sala, la storia e la cultura di questa affascinante montagna.
L’ULTIMO ARRIVATO
Il passaggio dalla stanza del sindaco, situata al primo piano di Palazzo Ginanneschi, alla sala dei dipinti di Palazzo Nerucci è avvenuto solo dopo aver chiesto l’autorizzazione alla Sovrintendenza, nel rispetto dell ‘inter burocratico previsto dalla legge. Il dipinto mostra un’immagine devozionale della Vergine, accompagnata alla sua destra da Gesù fanciullo che tiene tra le mani il globo. Nella parte inferiore sono raffigurati San Sebastiano (giovane seminudo con il corpo martoriato da frecce) a sinistra e San Rocco (in abito da pellegrino) a destra in atto di adorazione tra i due santi compare la raffigurazione dello stemma di Castel del Piano. Si tratta di un’opera di non semplice attribuzione che può essere confermata a un ambito nasiniano, dal momento che la Vergine ricorda certe soluzioni di Francesco Nasini (alcune sue opere si possono trovare a Piancastagnaio, Castel del Piano, Santa Fiora ma anche a Siena), come quella della Madonna con Bambino ed i Santi Niccolò e Michele Arcangelo della Chiesa Opera di Castel del Piano. Ci sono elementi e tratti che riconducono questa opera allo stile nasinaiano, in più facendo una visita alle sale è possibile parlarne anche con Fiora Imberciadori o Gianpiero Secco, pozzi di conoscenza in materia e in grado di ricostruire, prendendo spunto da alcune fonti letterarie, la probabile genesi del dipinto.
LE COLLEZIONI OSPITATE A PALAZZO
Il piano nobile di Palazzo Nerucci, esempio di architettura cinquecentesca nel centro storico della cittadina amiatina, ospita raccolte di diverso genere – pittura e grafica, sculture, reperti archeologici – che nel corso degli anni sono entrate a far parte del patrimonio della Comunità. Nell’ala est si trovano le collezioni artistiche: il Salone dei Notabili, 8 ritratti di “uomini illustri “ di Castel del Piano, che hanno contribuito alla crescita sociale, economica, artistica del paese. Segue poi la Raccolta d’arte, composta da un primo nucleo di dipinti provenienti da un lascito di fine ‘800, tra cui spiccano l’autoritratto a pastello di Rosalba Carriera, famosa artista veneziane del ‘700 e un ritratto a ricamo del Granduca Leopoldo di Lorena. Ad esse si sono aggiunte altre opere, tra cui la “Madonna col Bambino” e la “Tavola Ginanneschi”, una veduta del paese di Castel del Piano nel ‘700. Le ultime tre sale ospitano la Pinacoteca Edo Cei, con caricature, manifesti e dipinti dell’artista che testimoniano il suo legame con il territoro amiatino e le Sculture di Piero Bonacina, opere contemporanee in pietra e legno. Nell’ala ovest è ospitato l’Antiquarium , che raccoglie oltre 100 pezzi che per tipologia e classe di appartenenza rientrano nei tipi noti nelle aree dell’Etruria meridionale, nelle zone del tufo, nell’area chiusina e della valle dell’Ombrone. La maggior parte dei pezzi è riferibile al III-I sec. a. C. Ci sono poi altre stanze in Work in Progress ma che già consegnano ai visitatori documenti estremamente importanti della memoria locale. All’estremità dell’ala ovest è presente “l‘Archivio delle due guerre“. Lettere di soldati al fronte, cimeli di militari come cappelli e spade, ritratti in bianco e nero e raccolte di pensieri scritti da militari durante il periodo vissuto in trincea arricchiscono questo spazio in continua evoluzione. “È un luogo molto frequentato dagli abitanti di Castel del Piano – ricorda Imberciadori – qui vengono alla ricerca di ciò che magari un nonno aveva scritto quando era al fronte. Abbiamo assistito a scoperte bellissime”. Spostandosi sull’altro lato dell’Antiquarium invece è possibile visitare lo spazio dedicato a un progetto molto ambizioso “La biblioteca amiatina“, ovvero scaffali che hanno iniziato ad ospitare volumi che parlano solo di Amiata. Infine, come ultima stanza c’è uno spazio dedicato alla lettura e alla ricerca, dove sono presenti volumi e registri storici dove attingere per ricostruire la storia e l’evoluzione dello sviluppo economico dell’Amiata.
Infine, è molto importante ricordarlo, al piano terra del Palazzo sorgerà un moderno Museo multimediale che permetterà di scoprire e conoscere le oltre 30 opere realizzate dai pittori Nasini e dislocate su tutta l’Amiata.
I PROGETTI
L’associazione Imberciadori di progetti ne ha molti. Spicca, per il successo ottenuto e per la qualità dei documenti pubblicati, quello dedicato a “I Quaderni”. Queste pubblicazioni sono il frutto di una serie di incontri sulla Castel del Piano dei primi decenni del secolo scorso e contengono gli atti dei convegni svolti (altri se ne svolgeranno in futuro). Oltre che impegnarsi nella gestione del museo ospitato all’interno di Palazzo Nerucci e a fare ricerca storica ed archivistica, l’associazione è attiva anche sul fronte della disseminazione e divulgazione della cultura stando sempre attenta a lavorare in rete con altre realtà. Un modo, ad esempio, è quello di credere promuovere incontri, laboratori e convegni. Non è un caso infatti che martedì 15 novembre la stanze di Palazzo Nerucci accoglieranno l’evento itinerante di didattica, informazione e promozione legato al Progetto Scarti . Si parte alle 16 con il laboratorio didattico sull’arte del riciclo rivolto ai ragazzi di età 8-12 anni. Mentre i ragazzi sono impegnati nel laboratorio, si terrà in un altro ambiente del Palazzo una conferenza/dibattito sull’arte del riciclo e il riciclo nell’arte tenuta da Rodolfo Lacquaniti ed eventualmente da altri artisti del territorio che lavorano con il riciclo, segnalati dai musei di riferimento. Concluderà il pomeriggio l’ intervento del direttore del Polo delle Clarisse – referente del progetto – Mauro Papa per spiegare le modalità di adesione al censimento Regesto 2022. Il progetto Scarti toccherà anche realtà del sistema museale maremmano e vuole valorizzare l’arte del riciclo e del recupero dei materiali di scarto partendo dall’esperienza della Biennale dello Scarto ideata e lanciata dall’artista Rodolfo Laquaniti. “Stiamo lavorando alla programmazione degli eventi per il 2023 – ricorda Secco, ex sindaco di Seggiano – e siamo impegnati a organizzare un ciclo di appuntamenti dedicati ad “artisti minori” che hanno lavorato sull’Amiata. Che poi minori – conclude – non erano per niente”.