Quattro piante che si trovano sul monte Amiata in primavera e in estate legate a storie e racconti
Il nostro passato è ricco di storie da scoprire, un grande capitolo riguarda le erbe e le piante che crescono sul monte Amiata. In questo articolo faremo dei brevi cenni alla “Dottrina dei segni” (quella forma di conoscenza che studia l’aspetto, o appunto il «segno», con cui ogni elemento naturale di origine animale, vegetale o minerale si presenta, svelando per analogia la sua funzione terapeutica) ma solo con l’idea di divulgare piccole e curiose storie intorno a degli esempi di erbe e fiori che si possono trovare sul monte Amiata e raccogliere. Insieme ad Erika Morganti, guida ambientale del monte Amiata, scopriremo perchè si chiama Erba di San Giovanni oppure perchè “l’Erba Carlina” viene chiamata Scarlina. Andremo alla scoperta dell’Erba Viperina e dell’Erba Polmonaria.
L’ERBA DI SAN GIOVANNI: LA STORIA DEL MAZZETTO MESSO SOTTO IL CUSCINO
L’erba di San Giovanni (Hypericum Perforatum) si chiama così perchè raggiunge la sua massima fioritura intorno al 24 giugno, giornata in cui si celebra San Giovanni. Le foglie bucherellate venivano collegate alle ferite sul corpo umano così, da questo segno, questa erba è stata usata per rimediare a ustioni, tagli e altre ferite cutanee. I nostri nonni ci ricordano ancora un’antica tradizione d’inizio estate, quella cioè di coglierne un mazzetto e nella notte di San Giovanni porlo sotto il cuscino chiedendo a “Dio” un anno di vita in più. Attuale è invece l’olio di Iperico o Acqua di San Giovanni, un infuso macerato di fiori e parti aeree di questa erba e anch’esso utilizzato per curare ferite cutanee. L’Erba di San Giovanni si trova sul monte Amiata, tra i borghi Le Macchie e Salaiola, sulla strada che porta al monte Aquilaia.
LA “SCARLINA” L’ERBA CHE CURO’ L’ESERCITO DI CARLO MAGNO
L’erba Carolina (o Scarlina) (Carlina acaulis Linneo) sull’Amiata si conosce per aver salvato l’esercito di Carlo Magno colpito da una forte dissenteria. Prende il nome infatti da un singolo episodio che si rifà al primo Imperatore del Sacro Romano Impero. Si dice infatti che il suo esercito ammalatosi di dissenteria fu guarito da questa erba dalle proprietà astringenti che Carlo Magno riuscì a trovare solo dopo che gli fu indicata da una freccia scoccata da un angelo. Altra storia e di tutt’altra natura, assai più radicata sull‘Amiata, è quella che ci porta ai nostri nonni, quando usavamo il fiore di questa pianta come barometro. Quest’ultimo veniva posto fuori dalla porta delle case di campagna, se rimaneva aperto indicava il cielo sereno, se i petali si chiudevano allora indicava la presenza di umidità e probabili piogge. Il fiore si può trovare nel periodo estivo sul monte Labbro.
L’ERBA VIPERINA, A FORMA DI SERPENTE
Con un po’ di fantasia l’Erba Viperina (Echium Vulgare) ci rimanda alla forma di un serpente. Il fiore e il gambo hanno suggerito alle comunità che ci hanno preceduto che questa pianta potesse alleviare un morso di serpente. Tanto odiata dagli agricoltori perchè ha delle radici in grado di resistere anche alla forza dei moderni mezzi agricoli, l’Erba Viperina nasce e cresce in zone aride, rade e rocciose e il più possibile soleggiate. Degli esempi sono stati trovati in località Le Piane, ad Arcidosso, lungo un sentiero che conduce nella parte alta della montagna.
UN RIMEDIO PER I NOSTRI POLMONI
L’ Erba Polmonaria (Pulmonaria Officinalis) si chiama così perché grazie alle sue proprietà espettoranti in passato sembra essere stata d’aiuto per alcuni problemi di salute riconducibili ai polmoni. Le foglie, che anche in questo caso con un po’ di fantasia richiamano ai polmoni, venivano utilizzate per infusi.