Oltre mille ettari tra sentieri, natura e una ricca fauna selvatica
Ci troviamo nel territorio di Castell’Azzara, un borgo tipico di montagna situato a pochi chilometri dalla vetta del monte Amiata e a due passi dalla riserva naturale del monte Penna. Tra avvistamenti di animali selvatici come volpi, cinghiali, daini e scoiattoli, i boschi della Riserva scendono quasi al paese e invitano escursionisti e amanti della natura ad entrarvi. Due vette, Poggio della Vecchia e Civitella, superano i mille e metri di altezza e da lassù il mondo appare un altro.
Un luogo dove ritrovare la bellezza di camminare in silenzio in mezzo a molte specie di animali
Riserva Naturale dal 1996, l’intera superficie compresa all’interno del monte Penna è di oltre mille ettari e tocca anche i borghi di Castell’Azzara e Selvena. La fauna comprende la volpe, l’istrice, il cinghiale, il capriolo, la donnola, la puzzola, la faina, la martora, il gatto selvatico ed interessanti chirotteri. L’avifauna annovera moltissime specie come l’albanella reale, l’astore, lo sparviero, la poiana, il gheppio, il barbagianni, l’allocco, l’assiolo, la civetta, il fagiano, il succiacapre e il picchio verde, il picchio cenerino, la cappellaccia e l’allodola. Importante da segnalare le specie di uccelli rari e minacciati legate alle praterie pascolate ed alle zone rupestri, e varie specie di rapaci nidificanti negli ambienti boschivi, tra esse sono presenti il biancone e l’ortolano, segnalato in passato come nidificante.
Castagni, aceri e faggi: ecco la natura incontaminata del monte Penna
La flora comprende molte specie vegetali di particolare valore naturalistico. Il Bosco della Fonte, sul Poggio della Vecchia, è costituito da formazioni miste di acero campestre o acero campestre, Acer trilobatum, Acer pseudoplatanus o acero di montee Acer opalus o Acero d’Ungheria segnalato come biotopo di interesse vegetazionale dalla Società botanica italiana, altri tipi vegetazionali sono Quercus cerris o cerro, Fraxinus excelsior frassino maggioreo frassino comune e Castanea sativa castagno europeo; le foreste di caducifoglie, a prevalenza di Quercus cerris con aceri, frassini, tigli, carpini e faggi associati; i castagneti ed altre tipologie di piante.
Un’esperienza dentro la terra: visita alle gallerie minerarie
Le gallerie minerali del Cornacchio sono un museo all’aperto. Aperte nella seconda parte del XIX secolo, esattamente nel 1872 come cava estrattiva che andò fallita nel 1924 è stata poi riaperta nel 2008 come museo minerario, la visita inizia dalla località Quercia Gobba, dove parte il sentiero boscato del Cornacchino, dopo aver percorso circa 500 metri attraverso il suggestivo paesaggio boschivo lungo la gola del fosso Cornacchino è possibile raggiungere due gallerie minerarie della Ritorta.