L’Antico vulcano offre ai turisti un patrimonio naturalistico, paesaggistico e architettonico assolutamente unico. Molte delle bellezze sono alla portata di tutti, altre malgrado la loro bellezza e importanza risultano invece meno accessibili. È il caso ad esempio della Rocca Silvana, situata nel territorio di Castell’Azzara, appena fuori il paese di “Selvena” e immersa nella natura. L’antica fortificazione, dalla quale sommità si riesce a vedere fino alle coste del Tirreno, risale addirittura al IX secolo. Il comune amiatino in passato ha stipulato una convenzione con l’Università degli Studi di Siena per realizzare campagne di scavo.
UNA ROCCA TUTTA DA SCOPRIRE
La Rocca Silvana dal 2018 è stata resa visitabile e rappresenta per il mondo accademico un enigma al quale dare risposta attraverso le nuove campagne di scavo, perchè come afferma il responsabile dello scavo, il Dottor Citter: “I dati in nostro possesso – spiega – consentono di vedere bene le fasi di costruzione del castello signorile fra il tardo XI e gli inizi del XIV, oltre alle fasi successive di abbandono degli spazi signorili e costruzione della fortezza di età moderna. Manca però ad oggi qualsiasi informazione sui due ampi recinti posti a valle della rocca signorile. La chiesa si pone quasi a cerniera fra le tre parti del sito e presenta un interesse specifico per capire la lunga durata della frequentazione e possibili preesistenze di cui al momento abbiamo solo pochi indizi. Un altro tema aperto che intendiamo indagare con la ripresa dei lavori è la natura dei due recinti, che solo in parte sembrano stati adibiti ad abitato, mentre potrebbero aver assolto altre funzioni come ricovero per animali e attività produttive”.
Le ricerche effettuate sono collocate dentro le convenzioni stipulate di un accordo quadro fra il Comune di Castell’Azzara, il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena e l’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico di Selvena.
Come già abbiamo anticipato la Rocca fu costruita nel corso del del nono secolo ed era un antico possedimento dell’Abbazia di San Salvatore al Monte Amiata. Successivamente assunse un ruolo strategico, quando divenne proprietà della famiglia degli Aldobrandeschi. Poi, dopo un breve periodo di dominio senese, fu inglobata nelle proprietà degli Orsini di Pitigliano. Nel XVII secolo entrò infine a far parte del Granducato di Toscana e cessò, lentamente la sua importanza.
Oggi è un luogo da visitare, si trova lungo la strada che collega il borgo di Selvena e i paesi delle città del tufo.