A Santa Caterina (Comune di Roccalbegna) le contrade lottano per aggiudicarsi il “palo sacro” sfidando le fiamme. Un museo racconta questa antica tradizione della Maremma.
A Santa Caterina si ripete anche quest’anno la tradizione della “Focarazza” o “Palio dello Stollo”, un rito antichissimo denso di significati tra sacro e profano che coinvolge una popolazione intera. Da un lato il simbolismo pagano del grande fuoco acceso prima dell’inverno come segno di buon auspicio per affrontare i mesi più freddi, dall’altro la celebrazione di questa Santa che ha dato il nome al paese. Focarazza poi deriva dal termine “foco” come viene chiamato il fuoco in questa parte di Toscana.
IL RITO INIZIA DALLA COLLINA DELLE FORCHE
Il rito inizia domenica 24 novembre alle 18 sulla Collina delle Forche che domina il paese, poco distante dalla cinquecentesca Cappella di Santa Caterina delle Ruote, costruita in segno di gratitudine verso la santa martire d’Alessandria a ricordo del 25 novembre 1555, quando gli uomini di Roccalbegna riuscirono a resistere e scacciare l’esercito francese, alleato dei senesi. Da qui, molto probabilmente, il riferimento storico di questa tradizione. Viene innalzata una grande pila di fascine con al centro un grande palo chiamato stollo preferibilmente di cerro, albero considerato sacro. La scelta è quella di un palo il più dritto possibile, non troppo largo e nemmeno troppo pesante per essere poi afferrato con più facilità. Dopo la benedizione da parte del parroco viene acceso il grande fuoco ma appena diminuisce d’intensità lo stollo viene conteso dai contradaioli delle 13 contrade di Santa Caterina: Case Galli, Case Pereti, Case Sarti, Case Rossi, Case Saloni, Casini, Cecio, Pilocco, La Croce, La Pianona, La Posta, Campane, Le Querciolaie.
C’È UN’UNICA REGOLA
La contesa è viva, con un’unica regola: portare dentro alla propria contrada il palo di cerro dopo averlo liberato dal fuoco. È un momento di straordinario potere scenico ed evocativo: la lotta per accaparrarsi lo stollo consuma tutte le energie perché decine di contradaioli, aggrappati al palo annerito dalle fiamme, corrono nella campagna immensa nel buio profondo e travolgendo ogni ostacolo, attraversando fossi, aggirando o infrangendo siepi, il tutto rigorosamente fomentato dalle grida dei sostenitori che lo seguono da vicino. Solo quando lo stollo è alzato in una contrada si può considerare chiusa la sfida. Dopo la lotta per il possesso, iniziano i festeggiamenti con l’allestimento dei banchetti offerti dagli abitanti a tutti i presenti. La festa continua poi il giorno successivo, il 25 novembre, festa patronale di Santa Caterina, con la processione che la mattina, dopo la Santa Messa, attraversa il paese con la statua della Santa.
UN MUSEO CHE RACCONTA QUESTO RITO
Per raccontare la storia di questo rito a Santa Caterina è stato creato anche il Museo Etnografico della Focarazza inaugurato nel 1987 e rinnovato nel 2005, che fa parte del Sistema Museale dell’Amiata e dei Musei di Maremma ospitato in una ex fucina di fabbro. Uno spazio espositivo che ha come scopo sia quello di documentare il lavoro e le tradizioni del territorio locale, ma soprattutto la ritualità del fuoco con al centro lo stollo, la lunga pertica in legno, che sintetizza questa antica tradizione. Le suggestive fasi della festa sono illustrate anche attraverso una ricca documentazione fotografica.
PER SAPERNE DI PIÙ
TEL (+39) 328 2760439
e-mail: lauracavezzini.lc@gmail.com
sito web: www.museidimaremma.it