Ci mettevamo intorno a un grande tavolo, spesso era quello della nonna, e ognuno aveva il suo compito. Per tutti c’era qualcosa da fare e che io ricordi è stato il lavoro più piacevole che ho fatto fino ad oggi.
Oggi ci lasciamo andare a un breve capitolo amarcord, quando cioè arrivava l’agosto di qualche estate fa e noi eravamo più piccoli di oggi, al punto che il tavolo in marmo della nonna lo sfioravamo appena, era troppo alto e spesso per osservare cosa venisse fatto sopra ci mettevamo in punta dei piedi. Agosto era quel momento in cui i pomodori dell’orto di nonno venivano trasformati in salse da mangiare in inverno.
Fare in casa la salsa di pomodoro è forse una delle tradizioni che attraversa da nord a sud, da est a ovest il nostro stivale e che inevitabilmente tocca anche il monte Amiata. Per molti è considerato un rito di famiglia, cioè un’occasione (come il Natale e la Pasqua) che unisce le famiglie intorno a un tavolo in cui l’obiettivo è fare la salsa per l’inverno ma anche stare bene insieme.
Un’attività che era a pieno titolo un appuntamento fisso della nostra società contadina e che a differenza di molte altre perse per strada è rimasta viva in molte famiglie sul monte Amiata, non è difficile infatti imbattersi, soprattutto in questo periodo dell’anno, in situazioni dove i nonni e i nipoti trascorrono una giornata insieme a pelare i pomodori, farli cuocere, “passarli”, riempire di salsa di pomodoro le bottiglie di birra da 66 cl, tapparle e metterle a bollire.