Il 24 novembre a Santa Caterina si festeggia la santa con una la secolare tradizione della Focarazza
Lo spettacolo è all’imbrunire, quando a illuminare Poggio Le Forche sono solo le fiamme che bruciano le frasche secche ma non lo “stollo”. La contesa si fa presto viva e laddove non esistono regole vige un solo ordine: portare dentro alla propria contrada “Lo stollo”. Quella della “Focarazza” di Santa Caterina, piccolo borgo nel comune di Roccalbegna, è una tradizione che è arrivata intatta dal sedicesimo secolo fino ai giorni nostri, conservata gelosamente dagli abitanti di questo paese che ogni 24 novembre si impegnano a rievocarla arricchendola di spirito, passione e cultura.
LO STOLLO
Lo “stollo” che si contendono le contrade di Santa Caterina simboleggia il corpo della Santa delle ruote ecco perché è un rito che si ripete ogni 24 novembre giorno del martirio della Santa. Narra la tradizione che la giovane Caterina, gettata nella fornace ardente, ne sarebbe miracolosamente uscita illesa, sottoposta al supplizio della ruota dentata, infine decapitata; così in questa notte di fine novembre la gente si raccoglie intorno alle fiamme della Focarazza per sentirsi più vicina ed in contatto con la Patrona, desiderosa di partecipare al rito.
L’origine della festa, nonostante la tradizione non è documentata storicamente, si può ricondurre allo stesso secolo ( XVI ) in cui venne edificata la cappella alla Santa; inizialmente semplice fuoco propiziatorio, diviene poi una vera e propria gara con la nascita delle numerose contrade.
LA FOCARAZZA E IL GIOCO DELLE CONTRADE
Sin dalla mattina del 24 novembre gli uomini del paese sono a lavoro nei boschi circostanti per raccogliere rami di Erica da unire in fascine (lo Scopo) e un grande tronco di Cerro che, una volta liberato dai rami, diventerà lo Stollo, l’albero “sacro” simbolo della Santa. Lo stollo viene innalzato e conficcato nel terreno sulla sommità di Poggio Le Forche, collina che domina le contrade e tutt’intorno viene rivestito da fascine di scopi in forma di pagliaio.
VINCA IL PIU’ FORTE
Prima benedetto con un rito religioso alla presenza del parroco, solo al crepuscolo la Focarazza viene incendiata in un’esplosione di fiamme e di acclamazioni, il fuoco brucia piano piano le fascine e lascia intravedere lo stollo centrale avvolto da calore e fumo. Lo spettacolo folkloristico inizia con alcuni uomini che salgono sullo stollo con l’obiettivo di farlo cadere a terra e una volta caduto parte la vera “contesa”, i tiratori delle contrade paesane (Case Galli, Le Campane, Le Case Rossi, Le Querciolaie, La Pianona, La Croce, Case Pereti, Case Saloni, La Posta) si strattonano questo tronco in un gioco dove non esistono regole e dove lo scopo è impossessarsi del legno per portarlo in contrada. Vincono quei tiratori che con la forza e l’astuzia di alcune strategie riescono a prendere possesso dello stollo e appoggiarlo al muro della contrada.